gianluca spadoni su tgcom24

Esigenze e prospettive delle Pmi, Gianluca Spadoni su TgCom24

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Gianluca Spadoni è stato ospite in diretta dell’approfondimento giornalistico di TgCom24 nella serata dell’8 gennaio per parlare delle esigenze delle PMI raccolte nell’ultimo Osservatorio Evolution Forum Business School.

Alla domanda su quali siano le principali attese delle piccole e medie imprese per il nuovo anno, l’imprenditore e formatore ha ricordato innanzitutto che “le PMI sono il cuore pulsante dell’Italia. Proprio lì, proprio nella piccola e media impresa, c’è la forza, l’energia di questo paese, che da sempre ci contraddistingue. Diciamo che la realtà della microimprenditoria, dell’azienda che si sta strutturando, oggi più che mai chiede un sostegno che possa aiutare nelle nuove assunzioni, che possa permettere a chi ha la possibilità di offrire lavoro, di far intersecare questa sempre maggiore offerta che spesso non trova risposta. Perché magari è un’offerta che è disallineata con il mondo formativo, è disallineata con quello che i giovani richiedono, è disallineata anche con un messaggio che è stato lanciato in questi ultimi anni”.

Anche perché le PMI oggi vivono “in un mercato sempre più complesso, sempre più competitivo, con la concorrenza internazionale, con la digitalizzazione che sempre di più ci mette in competizione con tutto il mondo”. Questo, ha detto Spadoni, “richiede una maggior competenza, richiede un aggiornamento costante e continuo, richiede oltre alla voglia di fare, alla voglia di impegnarsi, anche un supporto. Perché dal COVID in poi l’abbiamo capito chiaramente, se prima non c’era chiaro, che il privato senza il pubblico non ce lo fa. Ma anche il pubblico senza il privato, senza l’ambizione, senza lo spirito, senza la voglia di fare, del singolo che non ce lo fa”.

Sulla valutazione che le aziende danno dell’ultima legge di Bilancio, l’imprenditore dà semaforo verde. “Sicuramente ci si aspettava di più, ci si aspetta sempre di più – ha detto – però nelle condizioni date, con lo scenario internazionale che c’è sicuramente una serie di segnali ci sono stati. La manovra è riuscita a mettere qualche soldo in tasca in più alle persone. La manovra è riuscita a dare delle risposte, ad esempio, per quello che riguarda l’ambiente, forse per la prima volta in maniera concreta, non focalizzandosi solamente sull’elettrico, ma dando veramente la possibilità alle aziende, alle persone di muoversi a più ampio raggio sulla sostenibilità ambientale.

Di sicuro – ha aggiunto – c’è un tema che va affrontato nei prossimi mesi: il governo deve rispondere sul far avvicinare le aziende che cercano le persone e le persone che non incontrano più quest’offerta.

Il mondo del lavoro oggi ha necessità di competenze che spessissimo non riusciamo a trovare e dall’altra parte i giovani hanno delle aspettative nel mondo del lavoro che sono totalmente cambiate”.

Quali strumenti adottare? “C’è bisogno – ha detto Spadoni – di un supporto sicuramente che arrivi dall’alto, che permetta di avvicinare anche con dei vantaggi fiscali, con delle agevolazioni l’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani e l’imprenditoria giovanile. Ricordiamoci molto bene che se uno non decide di aprire un’attività propria tra i 35 e i 40 anni difficilmente lo fa dopo. Quindi noi rischiamo di uccidere quello spirito che invece può creare lavoro e creare futuro per gli altri.

E dobbiamo rendersi conto che la formazione non si limita più alla scuola come era fino agli anni 70-80 ma diventa un’esigenza quotidiana della giornata, il continuo e costante apprendimento.

Basta pensare a quello che negli ultimi mesi tutti noi abbiamo iniziato a sentire, ad ascoltare sull’intelligenza artificiale.Tutti noi non sappiamo ancora bene come ci toccherà ma sappiamo che ci toccherà e quindi ancora una volta dobbiamo reagire, dobbiamo adattarci, dobbiamo imparare cose nuove”.

“In realtà l’Italia – ha sottolineato – è piena di esempi virtuosi. Noi ad esempio applichiamo un modello molto bello che è la formazione fatta all’impresa dall’impresa. Oggi più che mai è veramente complesso inventare costantemente qualcosa di nuovo, forse è più facile ispirarci da qualcuno che sta già facendo bene. Noi siamo famosi al mondo per il nostro Made in Italy, siamo famosi al mondo per la qualità in tutta una serie di settori, siamo famosi, rispettati, invidiati al mondo per la nostra capacità anche di innovare. Anche recentemente è uscita questa ricerca in cui l’Emilia Romagna è la 31esima zona al mondo per la capacità di innovare, cioè l’insieme dell’apparato formativo con le aziende, con l’imprenditoria, la capacità di guardare al futuro.

Questo è quello che dobbiamo tenere davanti a noi, questo è il tema sul quale il governo deve mettere risorse, attenzione, questo è l’unico modo in cui il mercato del lavoro nuovamente riuscirà a incontrare i desideri e gli obiettivi delle persone che nel lavoro e nel mondo del lavoro ci devono volere andare”.

Tema fondamentale per questo aspetto è la scuola. “La scuola è un tema chiave – ha spiegato Spadoni – Purtroppo negli ultimi anni alcuni modelli che sono rimasti un pochino desueti, non sono più affascinanti. I giovani hanno modelli con i quali acquisiscono conoscenze in formazione, spesso anche disinformazione, molto più veloci, molto più affascinanti.
La scuola ha davanti una grande sfida che è quella di tornare a essere totalmente competitiva in termini educativi. Ricordiamoci che la scuola è uno dei tre assi portanti dell’educazione di un ragazzo insieme a famiglia e sport. Spessissimo purtroppo questo ruolo non viene svolto come veniva svolto in passato e con la mancanza spesso dell’asse della famiglia oggi più di mai la scuola avrebbe necessità di riposizionarsi.

E poi ci deve permettere di acquisire quella disponibilità di imparare, quella capacità di continuare a imparare non solo le competenze tecniche, che sappiamo danno possibilità di entrare prima e meglio nel mondo del lavoro con stipendi e percorsi di carriera adeguati, ma creare questa capacità dell’apprendimento continuo”.
Per sintetizzare Spadoni lancia lo slogan finale: “Noi dobbiamo imparare ad imparare. La scuola si deve insegnare a continuare ad imparare.

La scuola non finisce quando noi diamo l’esame di maturità, quando noi ci laureiamo, quando noi facciamo un master. La scuola continua tutti i giorni, ogni giorno ci sono esami, ogni giorno abbiamo un cliente, ogni giorno abbiamo un’azienda che ci chiede di dare il meglio di noi, ogni giorno noi siamo costantemente chiamati ad aggiungere un capitolo”.

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