
Primavera: rinascere dopo l’inverno
L’inverno determina l’esistenza della primavera. Siamo governati dai ritmi di un sistema naturale ai quali cerchiamo di opporvi i nostri ritmi innaturali.
La primavera è intesa come stagione e come metafora della vita, nostra e della nostra situazione lavorativa. L’etimologia della parola primavera è costituita da “prima”, dal latino “primus”, e “vera” radice sanscrita che significa “splendere”.
Nel mondo si stanno riunendo le menti più spiccate per discutere di questo mondo e sono d’accordo con il fatto che stiamo vivendo una fase di passaggio, dove il modello che ha retto il sistema finora non è più favorevole alla vita e produce più problemi che vantaggi. Concetti come competizione, sfruttamento, impatto, allontanamento dalla natura devono essere rivisti a favore di un nuovo paradigma che mette al centro la vita.
Il cambiamento è una costante della natura, della vita. Tutto è impermanente e soggetto a trasformazione e ad evoluzione. Viviamo un tempo in cui siamo in grado di determinare cambiamenti velocissimi, talmente veloci che noi paradossalmente non riusciamo a stare al passo. L’uomo non riesce ad andare alla stessa velocità delle proprie scoperte. Non riesce perché biologicamente non può vivere a ritmi che non siano quelli della natura. La domanda retorica è: sono giusti quei ritmi per noi? E per la Terra? Le conseguenze, generate dai ritmi sfrenati a cui siamo soggetti nel sistema che abbiamo creato, le conosciamo, nel senso che non solo le sappiamo, ma le stiamo sperimentando ogni giorno e mai come in queste settimane ce ne stiamo ponendo il problema. Le leggi che governano questa opportunità chiamata vita non le facciamo noi e non le modifichiamo noi, noi possiamo solo rispettarle o non rispettarle. La bioeuritmia è la legge fondamentale che ci governa: per vivere bene in salute dobbiamo sincronizzare il nostro essere con i ritmi naturali. Come si fa? Osservando cosa fa la natura e adeguandoci al suo schema di comportamento. La notte e il giorno ci danno il ritmo sonno-veglia, attività-riposo. Le stagioni con il loro susseguirsi ci danno il ritmo di attività, non è tutto l’anno estate. I tempi di crescita. Le risorse per crescere: terra, acqua, aria, luce, fuoco.
Dobbiamo abituarci a prenderci dei momenti di pausa per fare niente, benché per noi sia difficile fare niente, è fondamentale per mantenerci sani, infatti è da questo che si mette in moto l’autoguarigione. Lo sappiamo da sempre e divenendo moderni ce ne siamo dimenticati. Tutti gli antichi popoli erano molto più legati alla natura di noi, per esempio nel diritto romano si chiamava IUS NATURALIS: «Il diritto di natura, è la libertà che ciascuno ha di usare il proprio potere a suo arbitrio per la conservazione della sua natura, cioè della sua vita e conseguentemente di fare qualsiasi cosa che, secondo il suo giudizio e la sua ragione, egli concepisca come il mezzo più idoneo a questo fine.». Prima di loro i filosofi presocratici studiavano la fisica, perché avevano la convinzione che la comunità umana fosse sana nella misura in cui si radicava nei principi della natura.
Chi sopravvive all’inverno? Chi rispetta la sua esistenza: lo accetta, lo comprende nel suo valore, si prepara a viverlo, lo vive con intelligenza creando le condizioni per divenire nuovamente vita in primavera. Esattamente come succede nel bosco, dove tutto rallenta o si ferma nel silenzio. Poi, gradualmente la temperatura si scalda, penetra la luce tra i rami e raggiunge la terra, si sciolgono neve e ghiaccio, il vento fa cadere i rami secchi e l’albero dirige la sua energia solo ai rami forti e sani, nascono i primi germogli di erba, nascono i primi fiori e gli alberi fanno spuntare le gemme e i boccioli dove è contenuto tutto il potenziale di vita e il progetto che, se permangono le giuste condizioni, potrà realizzarsi.
POSSIAMO AVERE LA NOSTRA PRIMAVERA? Sì, se ci rinnoviamo, ci adattiamo a nuovi paradigmi che vedono al centro la vita dell’uomo e della Terra. Arriviamo a questo se siamo stati in grado di trascorrere l’inverno/lockdown per il senso che aveva, cioè far sorgere in noi la consapevolezza necessaria a vedere, vedere cosa sta succedendo a noi, alla nostra salute, alla salute del pianeta, preparando un’estate nuova, più sana e sostenibile per tutti.