Soft skills a scuola, a scuola di soft skills.

Un nuovo mondo, e non solo del lavoro, possibile grazie alle soft skills?
A diventare grandi si impara da piccoli: poche parole che ci ricordano quanto siano importanti i primi anni di vita e soprattutto quelli che coincidono con il periodo della formazione scolastica, per plasmare gli adulti di domani.
Uomini, donne, genitori, imprenditori, che avranno il compito di traghettare il modo nel futuro.
E se nel programma di formazione scolastica entrassero a pieno titolo anche le soft skills, cosa cambierebbe?

 

Di imparare non si smette mai, così come non mancano e non bisogna farsi mancare le occasioni per crescere come persone, per imparare ad essere migliori, e non solo professionisti più capaci.  

Da qualche tempo, anni ormai, è in atto una profonda rivoluzione del mondo del lavoro, che non cambia  solo nei contenuti, con nuove professioni che si fanno strada per rispondere alle esigenze dettate principalmente dallo sviluppo tecnologico e dal mutare di abitudini e costumi, ma anche nei modi.  

Il saper fare è importante tanto quanto il come lo si fa, le qualità umane, le soft skills, sono indispensabili tanto quanto le competenze tecniche, che rimangono imprescindibili ma non esclusive per una vita, oltre che una carriera, gratificanti.  

Molti professionisti e imprenditori, che hanno saputo cogliere i segni dei tempi, hanno già intrapreso percorsi di formazione specifici, perché come gran parte delle competenze, anche le soft skills, possono essere apprese, possono essere allenate, anche da adulti. Molti altri stanno ponderando l’eventualità di  formarsi o stanno cercando il corso più adatto, altri ancora sono forse ancora alla fase di presa di coscienza di una nuova esigenza di formazione specifica rispetto a competenze come il problem solving o la collaborazione… ma provate a pensare quanto sarebbe tutto più semplice se certe materie le avessimo potute coltivare a scuola.  

Questa possibilità esiste già in molte scuole d’oltre oceano, o per gli studenti di diverse nazioni del nord Europa, ma la vera notizia è che anche nella riforma dell’istruzione in Italia è al vaglio l’inserimento nei  programmi scolastici di materie come la collaborazione, il problem solving, la flessibilità o il coraggio. Un  passo importante per passare dall’istruzione, legata strettamente alle competenze tecniche, all’educazione  in senso lato, in particolare educazione al pensiero, ad essere persone dalla mentalità aperta, capaci di  cogliere ed elaborare le informazioni che arrivano dall’ambiente, sociale, economico, famigliare che sia.  

Un’innovazione del modello didattico che, insieme alle nozioni, contempla anche l’imparare ad imparare, il  capire il perché delle cose, l’interazione con le persone. L’ideale sarebbe poter apprendere ed allenarsi a praticare la soft skill che le contiene tutte, la soft skill per eccellenza: la disponibilità al cambiamento, che  significa essere in grado di mettersi costantemente in discussione per cercare e trovare vie, soluzioni  nuove. Per formare i leader, gli imprenditori, gli adulti di domani, e per migliorare quelli di oggi, è  importante quindi imparare ad allenarsi alla vita in maniera diversa, sviluppando nuove competenze o riscoprendo quelle assopite.

 

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