Il verde in città – Giulia Terlicher esperta in Forest Coaching ci racconta…

É vero che ci accorgiamo del valore delle cose o delle persone solo quando queste vengono a mancare? Sembra confermarsi ancora questa tesi.

I dati sono questi: il 55% della popolazione mondiale vive in città, cioè 4,2 miliardi di persone non hanno uno spazio verde privato, bensì si devono affidare ai giardini pubblici, ai parchi e alle gite fuori porta per stare in ambiente naturale. Questo dato è destinato a salire, l’Onu prevede che entro il 2050 saranno i 2/3 della popolazione mondiale a vivere in città, cioè il 68%.  Considerando l’importanza per la gente di stare a contatto con la natura per la propria salute psico-fisiologica, le città dovranno essere ripensate. 

 

Non è un caso che il forest bathing come pratica antistress, che consiste nello stare nella foresta godendo della sua atmosfera rilassante e benefica, sia nato proprio in Giappone, Paese ricchissimo di foreste (2/3 della sua superficie) e allo stesso tempo densamente popolato, qui la cultura, la filosofia e la religione sono connesse profondamente alla natura e orientano scelte che preservano l’armonia tra uomo e ambiente: dalla progettazione dei giardini, alla struttura degli edifici. Secondo uno dei sette principi dell’estetica zen, La Natura, tutti siamo connessi al mondo naturale da un punto di vista emotivo, spirituale e fisico. Nonostante questa forte cultura, anche i giapponesi vivono la frenesia della vita moderna caratterizzata per tutti da una prevalenza di tempo trascorsa al chiuso e superando con la visione di schermi il tempo dedicato al dormire: questo stile di vita causa il cosiddetto TECHNO-STRESS.

La principale soluzione al techno-stress è rappresentata dallo spazio verde presente in città dove le persone possano rilassarsi e rigenerarsi. Per spazio verde si intende tutto il verde che c’è in città, naturale (bosco in città, riserve) o creato dall’uomo (giardini e parchi urbani) con questi requisiti: silenzio o disturbo minimo, continuità di spazio e bellezza. Questo spazio deve essere pianificato e realizzato per assolvere alle funzioni ambientali, purificazione dell’aria dall’anidride carbonica e dalle polveri sottili e attenuazione degli sbalzi termici regolando la temperatura, e alle funzioni di benessere psicofisico per le persone che lo frequentano, infatti è dimostrato che passeggiare nella natura stimola il pensiero creativo e il rilassamento, riducendo lo stress, educa al rispetto per l’ambiente in età infantile, aumenta il senso di appartenenza al proprio territorio e la coesione sociale.

Le città sono valutate secondo indicatori quali: attenuazione e adattamento ai cambiamenti climatici, mobilità urbana sostenibile, gestione sostenibile del suolo, natura e biodiversità, qualità dell’aria, inquinamento acustico, gestione dei rifiuti, gestione delle acque, crescita verde e innovazione tecnologica sostenibile, prestazioni energetiche e governance.

 

Onore al merito va alla premiata Città Verde d’Europa Lisbona: dal 2002 ha tagliato le emissioni di co2 del 50%, grazie al fatto che il 93% della popolazione vive vicino alle fermate di mezzi pubblici, il 76% degli abitanti entro i 300 metri ha uno spazio verde curato, ha ridotto il consumo di energia del 23% e il consumo di acqua del 17%, parchi, piazzali fioriti e giardini sono ovunque e ha stanziato 60 milioni di euro per sostenere il suo programma incentrato su sostenibilità ed ecologia per residenti e visitatori. Pianteranno 100.000 alberi in tutta la città entro il 2021.

Ecologia Evolutiva Vincente può andare in città? Sì, in spazi verdi che abbiano i requisiti minimi di silenzio, alberi di prima e seconda grandezza, sottobosco pulito, prati e radure, e che diano il senso di bellezza naturale. Anche l’ambiente urbano può ricreare momenti di sensazioni di benessere, di distacco dalla vita frenetica, in grado di ricreare l’overview effect, l’effetto della veduta d’insieme, vissuta dagli astronauti vedendo la Terra dallo spazio e definita da loro una visione in grado di cambiare la coscienza delle persone, insomma LO SPAZIO VERDE NON È PIÙ UN AMBIENTE E BASTA MA UN CONCETTO che favorisce il contatto con se stessi, l’educazione al rispetto della vita, la riflessione e la meditazione.

 

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